Ricevere un’eredità non è sempre una fortuna. Tra i beni del cosiddetto decuius (ovvero il defunto) possono nascondersi anche delle passività (ovvero dei debiti) che normalmente passano agli eredi.
Ma non tutti i debiti hanno lastessa natura e le stesse sorti. Quelli con la pubblica amministrazione per le multe a seguito di infrazione stradale, per esempio, non entrano nell’asse ereditario, cioè nell’insieme dei beni e dei diritti del defunto.
Sitratta di una questione che può avere un certo peso in caso di sanzioni pesanti, magari aumentate da anni di mora (cioè di mancato pagamento).
Ma questa volta la legge parla chiaro: l’articolo 199 delCodice della strada stabilisce testualmente che “l’obbligazione di pagamento a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria non si trasmette agli eredi”.
Le colpe dei padri non ricadono sui figli
In seguito al decesso dell’autore di un’infrazione stradale gli eredi non sono tenuti, dunque, a pagare la sanzione pecuniaria dovuta.
La”multa” infatti ha – secondo la legge – un carattere personale e “afflittivo” cioè, in altre parole, serve a”punire il colpevole”dell’infrazione, punizione che non puòessere trasferita agli eredi.
E’ un principio cardine derivato dal diritto penale: questo tipo di responsabilità sono esclusivamente personale.
E’ un debito diverso da quello delle sanzioni civili -ad esempio l’obbligo risarcimento del danno a per un fatto illecito -che invece hanno un’altra finalità (il risarcimento del danno verso un terzo), nonché una funzione di deterrenza (cioè spingere il soggetto a un comportamento non lesivo sapendo che la responsabilità patrimoniale che ne deriva può passare ai suoi eredi).