Non tutti i lussi sono dovuti alle ex mogli, nonostante abbiano un ex marito benestante, perché “il mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio non può essere assunto come risultato indefettibile della separazione”.
Lo ha stabilito la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, che ha negato ad una signora divorziata un ulteriore aumento del già cospicuo assegno dovuto dall’ex marito: più di 5 milioni al mese, oltre alle spese per la scuola del figlio e per le attività connesse, nonché per le cure dentistiche e mediche; per non parlare dei lavori di manutenzione extra dell’ex casa coniugale, anche essi a carico dell’uomo.
Tutto questo per la Suprema Corte può bastare, considerato che , come rilevato dai giudici di appello, “il possibile ridimensionamento del precedente elevatissimo standard di vita era essenzialmente da imputare alla scelta di continuare a vivere nella grande e lussuosa casa coniugale”; quindi niente aumento per l’ex moglie che non sa rinunciare ai lussi.