Il fatto di essere analfabeti non scusa. L’evasore è sempre evasore.
È quanto chiariscce la Corte di Cassazione spiegando che lo scarso livello di acculturazione non può essere un motivo per giustificare l’evasione fiscale.
E così la seconda sezione penale della Corte ha reso definitiva una condanna per i reati di falso ideologico di privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato inflitta ad un quarantacinquenne analfabeta. Difendendosi dinanzi alla suprema Corte l’uomo aveva sostenuto semplicemente di essere analfameta e di non conoscere quindi la norma prevista dall’art. 65 della legge 448 del ’98’.
La Suprema Corte respingendo il ricorso ha evidenziato che quella condizione di analfabetismo non può di certo giustificare una condotta penalmente rilevante come quella di evadere il fisco dato che si tratta di norme che debbono essere conosciute da tutti. “Lo scarso livello di acculturazione” insomma non puo’ giustificare ”la condotta penalmente rilevante” di un evasore.