Adesso lo riconosce pure la Cassazione: cercare l’auto rimossa è motivo di grande stress. Risale a pochi giorni fa la sentenza della Corte di cassazione con cui i giudici di legittimità hanno riconosciuto un risarcimento del danno da “stress per la ricerca della macchina” di 200 euro in favore di una signora che, in seguito alla illegittima rimozione del suo autoveicolo, in quanto la multa era stata effettuata da ausiliare del traffico privo di delega del sindaco, aveva subito una serie di conseguenze sgradevoli (ricerca della macchina, pagamento per il riscatto dell’autoveicolo rimosso) per ricercare la sua automobile.
La donna, che all’epoca dei fatti si trovava in stato di gravidanza, aveva parcheggiato sulle strisce pedonali, pertanto, l’auto era stata rimossa sulla base della contestazione fatta dall’ausiliare, però, privo di delega del sindaco.
La Corte, investita della questone, ha accolto la tesi prospettata dal giudice di pace, a cui si era rivolta la donna per far valere l’illegittimità del verbale.
In particolare i giudici di Piazza Cavour, a fronte del ricorso dell’Amat di Palermo (con cui veniva eccepita “l’apoditticità del risarcimento del danno basata sulla mera, non riscontrata affermazione dello stress subito nella ricerca della vettura rimossa)”, hanno spiegato che “l’affermazione che la ricerca del proprio veicolo rimosso provochi stress non può affatto dirsi del tutto ingiustificata alla luce della comune esperienza”.